Esiste un metodo scientifico per misurare il dolore oppure rimane un’esperienza umana introspettiva ed individuale impossibile da condividere con gli altri?

Questo post forse non lo capiranno neanche i conoscenti della mia cerchia più stretta. Oggi ho scelto volontariamente di prendere un giorno di riposo forzato a causa del mal di schiena. Ho già avuto forti dolori alla schiena, per altro molto più acuti di quello odierno, al punto da soffrire con semplici colpi di tosse, ma non mi hanno mai fermato dallo svolgere le mie normali attività. Quest’oggi invece ho deciso di prendermi una pausa, iniziando a rimproverare me stesso con auto-accuse incessanti.

Mi sono domandato se la mia fosse semplice mancanza di forza di volontà, pigrizia, lassismo, rammollimento, non so neanche io come definirla, o fossi davvero malato 😕

Vivo in una condizione di malessere cronico da oltre 2 anni che ormai fatico a distinguere dove inizia il VERO male e dove, invece, la mia personale SENSAZIONE di tormento. Perchè col tempo si diventa assuefati al fastidio perenne tanto da trasformarsi in abitudine.

La tempesta mentale oggi è stata tremenda e, come da prassi, ho iniziato a chiedere al “dottor Google“. Come si può (giustamente) immaginare, sia gli articoli sulla salute sia le intelligenze artificiali, hanno un approccio di tipo cautelare-conservativo, consigliando di riposarsi e/o di consultare un medico. Non soddisfatto delle informazioni raccolte, ho cercato nei forum per trovare altri esseri umani che hanno condiviso col prossimo un dolore simile al mio, ma prevedibilmente le risposte ricevute dai vari utenti erano orientate al salvaguardare la salute. Quello che ci si può aspettare da una discussione pubblica … un mix di politically correct e tutela da possibili grane legali. Ma forse ero semplicemente alla disperata ricerca di qualcuno che mi confermasse fossi un mollaccione: una battaglia psicologica più che altro…

Infine mi sono spostato sul piano scientifico, fallendo miseramente anche là 😒

Il dolore (fisico e mentale) è una sensazione soggettiva, personale, introspettiva che può essere impossibile da quantificare universalmente e in modo oggettivo. Esistono alcuni metodi più o meno scientifici basati su scale di auto-valutazioni, ma questi strumenti non sono perfetti e non possono catturare completamente l’esperienza individuale del dolore umano. Inoltre, il modo in cui le persone percepiscono e/o descrivono il proprio dolore può variare notevolmente da soggetto a soggetto: a seconda della loro sensibilità, cultura, educazione, etnia, esperienza, contesto sociale e infiniti altri parametri psico-fisici.

Questo episodio mi ricorda i tentativi (vani) di raccontare al prossimo la stanchezza che mi sento addosso nei giorni di particolare frustrazione, dove gli interlocutori in genere mi rispondono qualcosa tipo: “Eh ma quello pure io!“. Alle volte si sentono stanchi anche i tizi sui lettini in riva al mare Caraibico che sorseggiano cocktail con l’ombrellino 😅

Ebbene non sempre è superficialità o malignità: semplicemente ogni singolo essere umano nell’universo è unico ed inimitabile…

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