Come ben saprai, se tu colleghi un cavo USB 2.0 ad una presa USB 3.0 oppure viceversa un cavo USB 3.0 ad una presa USB 2.0, tutto funziona correttamente andando però (ovviamente) a velocità trasferimento USB 2.0. Se ad esempio connetti un HDD esterno USB 3.0 al PC, ma lo fai lavorare in USB 2.0, questo comunque funzionerà … anche se trasferisci a 2 Kb/s che per passare 10 Gb ci metti 65 milioni di anni, però, comunque, tutto procederà tranquillamente. Anzi, con le ultime versioni di Windows, se connetti una periferica esterna USB 3 facendola viaggiare su USB 2, il sistema ti avvisa con un bel messaggio pop-up così tu capisci che stai affà ‘na cazzata 🤣
Allora io da informatico, ma anche da persona di buon senso, davo per scontato di trovare la stessa identica situazione con il nuovo l’USB-C … e INVECE NO!!! A dire il vero neanche ci avrei mai pensato che potessero fare tali porcate che manco la Apple ai tempi d’oro, proprio non mi passava minimamente nella testa. In pratica l’USB Type-C è un connettore relativamente nuovo (ed inutile) che per giustificare la sua introduzione, a livello di marketing, è stato “consentito” di inserire la presa in qualsiasi verso, e questo funzionerà in ogni caso; a differenza della classica presa USB-A (quella rettangolare per intenderci) che invece ha 1 solo verso d’inserimento. Cioè, voglio dire, non mi sembra un’innovazione così rivoluzionaria tale da giustificare l’omicidio di 20 anni di USB … e chissà quanti soldini sottratti dal dindarolo 🧐
Saltate il seguente paragrafo se vi intristiscono i casi umani 😭
Arriviamo al racconto ciccioso del dramma. Dovevo collegare il mio nuovo fiammante smartphone al PC. Codesto smartphone è solo USB-C, mentre sul PC ho solo USB-A, in dotazione dentro la scatola viene fornito, oltre al cavo USB-C to USB-C, anche un adattatore da USB-C maschio a USB-A femmina (“USB-A” significa la presa rettangolare classica, per capirci). Da ingenuo di livello 1 allora cosa ho fatto, ho preso un cavo USB che già avevo, l’ho infilato nell’adattatore e infine collegato al PC. Risultato = NIENTE. Smartphone in stato di carica ma non riconosceva la periferica di massa né passava dati di alcun tipo. Mezza giornata a ravanare tra le opzioni, niente di niente. Cerco un altro cavetto USB in casa, ne trovo uno incartapecorito per quanto era vecchio … niente, manco caricava, totalmente morto. Ingenuità livello 2, vado a comprare un cavetto USB 3.0 tutto nuovo, costo 6 euri, e torno a casa felice come un bambino: scarto, collego al PC, faccio i test, risultato = NIENTE, ancora solo carica 😳
Perfetto, mentre la mia mente elabora bestemmie sempre più articolate, inizio a documentarmi su Internet, perché la faccenda puzzava troppo e da quanto leggo (di fretta) sui vari forum capisco che bisogna comprare un cavetto specifico adatto alla conversione da USB-A a USB-C. Decido che sarei andato al negozio il giorno dopo, perché avendo bestemmiato oltre ogni limite per tutto il pomeriggio, il timore che uscendo all’aperto un fulmine m’avesse incenerito era molto forte, almeno dentro casa la gabbia metallica del cemento armato m’avrebbe schermato (vedasi Gabbia di Faraday) … a meno che Dio non decideva di cambiare le leggi della fisica in tutto l’universo al solo scopo di cuocermi flambè 😅
L’indomani esco alla ricerca del cavetto di cui sopra, primo negozio di computer = CHIUSO, secondo negozio = non ce l’aveva, terzo negozio = “cos’è USB-C?”. Inizio a bestemmiare a voce bassa, che nel giorno del mio onomastico l’effetto s’amplificava per intercessione di Santo Davide, percepisco lo spirito di Mario Magnotta rallegrarsi delle mie imprecazioni. Alla fine trovo il cavetto, 50 centimetri in corda di tela che sembrava un laccio delle scarpe, costo 10 euro; siamo ad ingenuità livello 3 adesso. Torno a casa tutto sommato soddisfatto dell’impresa, ma ancora con qualche residuo di bestemmia fra i denti, collego il neo acquistato cavetto da 10 euri al telefono poi al PC e il risultato è … ancora NIENTE, solo carica niente dati! Questa volta con una novità, Windows10 mi comunica che caricherà il dispositivo “più lentamente” … ma più lentamente rispetto a cosa, esimia testa di Cassio??? 😤
D’ora in poi la rabbia diventa il mio mood di default, la bestemmia la mia libera espressione per ogni diniego, quasi una forma artistica di comunicazione basata sull’esecrazione religiosa; i bambini quando mi incrociano per strada scoppiano in un pianto disperato perchè percepiscono il male che alberga in me 👿
Bene, da questo momento mi metto in testa di informarmi approfonditamente prima di fare qualsiasi altra mossa perchè evidentemente c’è qualcosa che a me sfugge totalmente 🤔
In pratica scopro che l’attacco USB-C, è si universale, ma è utilizzato da un nutrito numero di standard diversi: c’è USB 3.0 che però adesso è anche chiamato “USB 3.1 gen 1”, poi c’è USB 3.1 gen 2 che ha 5 diversi profili suddivisi in base a voltaggio/wattaggio e a quanto pare anche il caro vecchio USB 2.0. Un buon cavo USB-C non costa meno di 20 euro, dicono loro, e bisogna anche scegliere il cavetto giusto per il proprio dispositivo … e io rispondo “ma davvero, 20 EURO per qualche filo di rame, SCHERZIAMO?!?!?!?!?” 😨 E poi ci lamentiamo di Apple che fa pagare un cavo lightning anche col sangue, quando alla fine gli altri hanno fatto lo stesso (se non peggio) 😡
Malgrado tutto devo ritenermi anche fortunato, perchè da quanto leggo in giro, inserire il cavo USB-C sbagliato potrebbe persino danneggiare irrimediabilmente i dispositivi elettronici collegati 😱 Cioè quindi questo USB-C finalmente risolve l’annoso problema del verso con cui infilare la presa USB nel pertugio giusto, però ha lo sfortunato svantaggio di poterti sputtanare migliaia di euro in hardware se non hai una laurea specialistica in microelettronica avanzata 🤯 Intanto mi ritrovo a non poter collegare lo smartphone al PC via cavo, cosa necessaria per lo sviluppo se non si vuole usare l’emulatore. Ho già speso 16 euro inutilmente, che in aggiunta dei 20 euro del nuovo cavetto che dovrò acquistare, avrei pagato ben 36 euro soltanto per il collegamento dati 😣
Se fino ad oggi abbiamo vissuto nell’era dell’obsolescenza programmata, con queste nuove manovre “tecniche”, siamo entrati a tutti gli effetti nell’era dell’obsolescenza favorita: cioè indove vengono create le condizioni affinchè l’utente medio, sovente anche definito utonto, possa far giungere la fine del ciclo vitale di un prodotto molto prima del previsto 😨
PS – E’ molto triste constatare che Google è diventata identica ad Apple dal punto di vista del marketing, ormai si equagliano in tutto, a partire dai costi (alti) di hardware e accessori, fino ad arrivare a copiare persino a livello packaging dei prodotti.