L’informatica c’ha fatto CIAONE…

Qualche giorno fa ho letto questo articolo molto triste per il settore informatico: La fine della legge di Moore. Non credo bisogna spiegare cosa sia la legge di Moore, lo sanno tutti. L’arresto tecnologico parte dal 2010, anno che a mio personalissimo avviso segnala anche l’inizio della crisi del software, dove la differenza di prestazioni tra una CPU del 2010 e una del 2016 è praticamente trascurabile per quanto riguarda la velocità pura; consumi e temperature sono però state migliorate. La Intel nel 2014 aveva già mostrato i primi cedimenti ritardando l’uscita delle CPU per computer Desktop, dato che il settore è in forte crisi, e quel segnale era piuttosto inequivocabile. Ma quello che voglio analizzare non è tanto l’aspetto tecnologico, quanto l’aspetto sociale della vicenda.

La situazione veramente triste (secondo me) è che oggi con l’avvento del cloud computing, non solo i client necessitano di minore potenza di elaborazione, ma non ci si preoccupa neanche più di ottimizzare l’infrastruttura tecnologica lato server. Si presume che una server farm non abbia ne problemi di spazio, ne di riscaldamento, ne di elettricità, quando sarà necessaria nuova potenza di elaborazione si aggiungono nuovi processori e nuova memoria nei rack: Francesco Totti direbbe “j’ha fatto er Cucchiaio“. Il progresso tecnologico del singolo “chip” si è più o meno ormai arrestato, quindi si è deciso di iniziare a investire seriamente sul calcolo parallelo e distribuito. Utilizzando server, tanti tanti server.

Cioè siamo tornati agli anni ’60! E tutto grazie a perverse logiche di business. Speriamo che andando avanti a qualcuno venga in mente di riesumare le audiocassette perchè inizio a sentirne nostalgia 🙂