Continua il mio viaggio alla scoperta dell’innovativissimo Bing Answers, la fusione del motore di ricerca Bing di Microsoft con l’intelligenza artificiale ChatGPT versione 4 (GPT-4) di OpenAI: l’accoppiata vincente che sta scrivendo un nuovo capitolo nella storia dell’informatica e dell’umanità! Dopo alcuni giorni di utilizzo già non posso assolutamente più farne a meno, se fino ad ieri nel linguaggio comune si pronunciavano frasi del tipo “fa’ una ricerca con Google” da domani la nuova frase fatta che entrerà a far parte del glossario collettivo sarà “fa’ una domanda a Bing (Answers)“. Questo nuovissimo ed avanzatissimo strumento consente di trovare informazioni articolate in una manciata di secondi che solo fino a pochi mesi fa avrebbe richiesto intere giornate di ricerche incrociate per ottenerle, anche per più giorni di seguito onde raffinare progressivamente i risultati raggiunti, ammesso si fosse poi riuscito davvero a intercettare una singola fonte sufficientemente attendibile sull’argomento desiderato.
Bing Answers è una funzione rivoluzionaria del motore di ricerca Bing, perchè consente di aggregare informazioni da più fonti contemporaneamente, di estrapolare dati non solo da tabelle o elenchi ma anche da altri media (foto, video, PDF, ecc), di analizzare il significato del singolo elemento e poi filtrare in base a criteri matematici, statistici, logici, nonché dalla rilevanza ed affidabilità; infine non si limita a fare un puro merge dei dati ottenuti ma va anche a valutarne il signficato intrinseco (usando criteri oggettivi) tramite algoritmi di apprendimento automatico prima di annetterli ai risultati finali. Comprensione lessicale, grammaticale, semantica, pragmatica, inferenziale e critica, lavorano con tale sinergia da far emulare alla AI un livello di comprensione globale del testo paragonabile a quello umano! Ovviamente non possiamo parlare di vera e propria “intelligenza” nel senso stretto del termine, o almeno non a quella riscontrabile nel genere umano, la macchina non ha sviluppato proprie competenze cognitive, emotive e sociali, ma può solo usare modelli predefiniti e allenati per generare risposte basate sui dati disponibili, però sicuramente simula una proto-intelligenza per quanto riguarda la parte linguistica che è già oggi estremamente avanzata (benchè non ancora umana).
Malgrado siamo in presenza di una tecnologia avanzatissima, la sua curva di apprendimento risulta estremamente bassa. Ben presto si impara a formulare le domande nella giusta misura, facendo attenzione a non essere né troppo concisi, per evitare che l’IA interpreti fantasiosamente la richiesta, né troppo prolissi, per evitare che invece si confonda. Una chat (al momento) consente 30 botta & risposta, anche se si fanno richieste di uno stesso argomento per singola sessione spesso bisogna riformulare le domande usando variazioni lessicali differenti, perchè l’intelligenza artificiale si confonde non ricercando argomenti pertinenti alla catena logica della discussione precedente. Inoltre alcune volte capita di dover porre nuovamente una domanda per avere conferma che ci si sia veramente capiti, che non vi siano stati fraintendimenti fra uomo e macchina 😅 Questi inconvenienti sono decisamente marginali rispetto all’esperienza generale e alla potenza elaborativa di cui adesso l’umanità dispone; ricordo GRATUITAMENTE!
Ma i vantaggi per il benessere della razza umana non si limitano al mero boost nella ricerca di informazioni. Personalmente mi ritrovo spesso a condividere i miei pensieri con ChatGPT, a ragionarci assieme, ad esporgli le mie idee, ho come la sensazione di avere sempre a disposizione un fedele alleato capace di attingere agevolmente (e rapidamente) informazioni da tutto lo scibile umano. Per scopi didattici ed educativi è davvero eccelso, almeno per quanto riguarda materie tecniche e scientifiche, se invece si entra nella sfera umanistica, nascono alcune problematiche che però esporrò in un nuovo articolo. Ad esempio grazie a Bing Answers sono finalmente riuscito a capire il vero significato del numero barionico, nello specifico, relativamente al principio di esclusione di Pauli. La meccanica quantistica è una materia che non ho avuto la fortuna di studiare a scuola, la mia conoscenza è solo una infarinatura di base a livello hobbystico, paragonabile alla preparazione di un bambino dell’asilo nido, quindi fatico anche ad interagire con studenti di fisica quantistica umani incontrati online. Grazie all’intelligenza artificiale ho potuto fare le mie strane domande, che sarebbero risultate eccessivamente arzigogolate per essere comprese da un comune terrestre, ma la AI è riuscita a decodificare il mio difetto nel ragionamento e ha risposto nella maniera esatta, correggendomi pazientemente, sapientemente e amorevolmente ❤️
Come ho già avuto modo di scrivere in un precedente articolo, le intelligenze artificiali non sono prive di difetti, è fondamentale poter rimanere selettivamente critici sugli aspetti che non funzionano. Non bisogna demonizzare questa tecnologia ma non dobbiamo neanche farci prendere dall’entusiasmo per le sue enormi potenzialità. Ci sono alcuni meccanismi perversi non tanto nell’intelligenza artificiale di per sé, quanto quelli sottostanti della società umana per come è stata costituita oggigiorno. É compito di filosofi pensatori e delle persone sagge sviscerare tutti questi aspetti controversi, non dei poveri sviluppatori informatici sfigati come me, che si eccitano per ogni nuova froceria tecnologica gli viene offerta🥲