Recentemente c’è stato gran fermento nel mondo dei PC desktop per l’immininente arrivo sul mercato dell’11° generazione di processori Intel denominati Rocket Lake-S: l’ennesima CPU a 14nm ma con una nuova tecnologia dei core denominata Cypress Cove. Il debutto ufficiale è previsto per il 30 Marzo 2021 ma un e-store Tedesco ha iniziato la vendita online dei microchip già a fine Febbraio 2021 suscitando un certo interesse nella comunità. Non c’è voluto molto tempo prima che quelli di AnandTech acquistassero per conto loro un processore 11700k direttamente da quel venditore Tedesco e decidessero di infrangere l’NDA (Non Disclosure Agreement = Accordo di non divulgazione) siglato con Intel (ma legato allo specifico esemplare da loro fornito; ndr) per pubblicare una recensione anticipata e ben dettagliata della nuova generazione di CPU. I primi test non sono stati particolarmente eccitanti, anzi sono risultati piuttosto deludenti nonchè ambigui per diversi aspetti, tanto che su YouTube, Reddit e tutti i social media si è scatenata una vera e propria guerra santa 😂
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Avanzamento tecnologico nei PC
È da qualche giorno che mi frulla nella testa quest’idea di voler aggiornare il mio PC principale. Ho un vecchio Intel i7 3770 che in realtà non avrei neanche tutta questa necessità di cambiare ma per un miglioramento generale del sistema è richiesto il cambio di almeno scheda madre + memorie + CPU. Ad ogni modo decido di confrontarla con una nuova Intel i7 10700 e sinceramente sono rimasto sbalordito…
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Qualche giorno fa ho letto questo articolo molto triste per il settore informatico: La fine della legge di Moore. Non credo bisogna spiegare cosa sia la legge di Moore, lo sanno tutti. L’arresto tecnologico parte dal 2010, anno che a mio personalissimo avviso segnala anche l’inizio della crisi del software, dove la differenza di prestazioni tra una CPU del 2010 e una del 2016 è praticamente trascurabile per quanto riguarda la velocità pura; consumi e temperature sono però state migliorate. La Intel nel 2014 aveva già mostrato i primi cedimenti ritardando l’uscita delle CPU per computer Desktop, dato che il settore è in forte crisi, e quel segnale era piuttosto inequivocabile. Ma quello che voglio analizzare non è tanto l’aspetto tecnologico, quanto l’aspetto sociale della vicenda.
La situazione veramente triste (secondo me) è che oggi con l’avvento del cloud computing, non solo i client necessitano di minore potenza di elaborazione, ma non ci si preoccupa neanche più di ottimizzare l’infrastruttura tecnologica lato server. Si presume che una server farm non abbia ne problemi di spazio, ne di riscaldamento, ne di elettricità, quando sarà necessaria nuova potenza di elaborazione si aggiungono nuovi processori e nuova memoria nei rack: Francesco Totti direbbe “j’ha fatto er Cucchiaio“. Il progresso tecnologico del singolo “chip” si è più o meno ormai arrestato, quindi si è deciso di iniziare a investire seriamente sul calcolo parallelo e distribuito. Utilizzando server, tanti tanti server.
Cioè siamo tornati agli anni ’60! E tutto grazie a perverse logiche di business. Speriamo che andando avanti a qualcuno venga in mente di riesumare le audiocassette perchè inizio a sentirne nostalgia 🙂