Ovvero quanto Internet, cioè un mezzo di comunicazione, influenzi il comportamento sociale degli esseri umani
Premetto che mi ritengo una persona stupida che riflette. Ci sono persone intelligenti che pensano, persone sagge che pensano, persone carismatiche che pensano, e poi ci sono io: uno stupido che pensa. Beh a dire il vero non è il mio unico difetto e questo fa di me un idiota al quadrato, anzi direi al cubo (o meglio all’ennesima potenza) 😅
Da diverso tempo ormai rifletto su Internet. Nei secoli passati alcune persone hanno perso la vita (letteralmente) per diffondere giornali di propaganda, stampati illegalmente, al fine di informare la gente “comune” su quello che stava accadendo nel mondo (reale), credo che il concetto di giornalismo stesso sia nato proprio durante la Rivoluzione Francese. Arriva poi Internet, che nel tempo evolve, fino ad un decennio fa circa quando i social media (all’epoca primariamente Twitter) vengono inondati da ragazzine adolescenti che vanno in crisi esistenziale appena si spezzano un’unghia mentre stendono lo smalto. Gigabyte e gigabyte di spazio sprecato per archiviare questi preziosissimi dati, con annesse dettagliatissime fotografie del dramma, per informare … chi? Magari le amiche più strette, al massimo qualche parente prossimo e forse forse una schiera di maniaci pervertiti?
Internet (con la complicità della componente economica) ha diffuso in maniera estremamente capillare e trasversale in ogni strato della popolazione mondiale un particolare atteggiamento, una sorta di virus della mente, una vera e propria malattia sociale: quello del voler APPARIRE sempre, comunque e a tutti i costi. Voler apparire è un comportamento umano che è sempre esistito da ben prima dell’avvento del selfie, non è niente di innovativo, però in passato coloro che ne venivano infettati erano principalmente o persone stravaganti, eccentriche, o persone che lavoravano nel campo della moda e/o dello spettacolo. Il fenomeno quindi esisteva, è sempre esistito, ma era circoscritto. Oggi tutto il mondo, indipendentemente dal proprio mestiere, dal proprio status sociale, dalla propria cultura, dal proprio ambiente, dalle proprie passioni, dalla propria storia personale, sembra avere un solo ed unico interesse comune intrinseco: apparire.
Ma la domanda vera che mi pongo è: come ha fatto Internet ad insidiarsi in maniera così capillare nella vita quotidiana della società umana? 🤔
OK, non sto dicendo niente di nuovo. Alcuni decenni fa esisteva la carta stampata, ed erano pubblicate riviste (frivole) di gossip e/o scandalistiche con una certa tiratura, quindi non c’è da allarmarsi. Quello che osservo oggi, a differenza del passato, è quanto Internet vada ad influenzare il comportamento della razza umana in ogni suo aspetto: il virtuale si è mescolato col reale! In questo momento mi viene in mente il film “Arancia meccanica“, uno dei capolavori di Stanley Kubrick, che sin dal 1971 ebbe un successo planetario, ancora oggi ad oltre 50 anni di distanza rimane una pietra miliare dell’arte cinematografica. In diverse scene del film, la mamma del protagonista (Alex), sfoggia capelli di diversi colori stravaganti (per l’epoca), come blu, rosa, lillà, ecc. Non è l’unica stranezza del film, perchè Alex ascolta musica classica malgrado la sua violenza intrinseca, un Hannibal Lecter anni ’70, ma parliamo di artisti geniali e visionari che sono studiati nelle scuole, quindi tutto OK. Ma il punto è questo. Dato il successo del film, dato che è stato guardato moltissimo e dato che in diverse scene compare una donna con colori di capelli sgargianti, quante persone sono state influenzate da questa illuminante visione? Forse (massimo) 5 umani in tutto il mondo? All’epoca la società veniva influenzata dai mezzi di informazione esattamente come avviene oggi, basta pensare alle mode anni ’80 dei paninari, dei dark, dei metallari…
C’è però una importante diversità sostanziale: in passato se te ne andavi in giro coi capelli blu/verdi/viola venivi considerato (come minimo) socialmente un tipo strano! Cioè nel senso che all’epoca fra la gente comune esisteva il discernimento, fondamentalmente si capiva a istinto (usando il 6° senso ???), quando si stava osservando un qualcosa di verosimile (reale) e quando invece si assisteva ad un iperbole (virtuale); iperbole intesa retoricamente per indicare un eccesso voluto dall’autore per aumentare l’impatto emozionale sullo spettatore. Insomma il mondo del cinema era il mondo del cinema (una finzione scenica) e il mondo reale era il mondo reale! Per cui nella società “reale” ci si poteva tingere i capelli di colore anti-conformista solo per attirare l’attenzione a sé, o magari perchè si lavorara nel campo della moda e/o dello spettacolo, dove bisognava vivere le proprie esistenze da alternativi (de-facto), e non come normalissimo comportamento comune del quotidiano.
Oggigiorno nella mia città (Roma) è quasi la regola incontrare 40/50/60enni vestite con abbigliamento più consono ad adolescenti, con una silhouette fisica invidiabile persino dalle giovani, tranne poi quando improvvisamente si voltano e scopri che hanno una faccia da vecchia (non è offensivo eh, è che sono davvero VECCHIE) 🥲 Mentre le signore verso i 70 anni preferiscono capelli di colore irridescente, forse perchè biologicamente il fisico non sarebbe in grado di garantire l’atleticità che sognano (esclusa Jane Fonda, beninteso). Tutto questo perchè avviene, qual’è lo scopo? Se fosse una questione esclusivamente di salute fisica, del mantenersi in forma, l’abbigliamento sarebbe del tutto irrilevante. Penso che ormai si è anche perso il motivo scatenante sottostante originale per il quale ci si presta a queste performance, se non per pura imitazione. Comportamento che potrebbe avere un fine anche nobile (se vogliamo), come ad esempio quello di voler attirare l’attenzione di (giovani) maschi, nel caso si fosse ancora sessualmente attive e desiderose di sparare le ultime cartucce che la vita riserva: ma così nella maggioranza dei casi (purtroppo) non è. Tutto questo “teatrino” viene messo in scena perchè il comportamento della società moderna, veicolato dal mondo virtuale di Internet, in qualche modo ci induce a comportarci in questa maniera: come ho già scritto, il reale si sta fondendo al virtuale.
Un tempo la gente andava su Internet per scappare dal mondo reale, oggigiorno ci si rifugia nel mondo reale per staccare da Internet.
– Anonimo/Sconosciuto (non ricordo, letto dal web)
Non voglio soffermarmi sull’aspetto psicologico, culturale, sociologico, economico, antropologico della questione, anche perchè onestamente non ho la minima competenza in questi argomenti, sono un misero informatico quindi mi limito ad esprimere il mio parere da semplice osservatore. Internet è un mezzo di comunicazione diffuso a livello capillare in tutto il mondo, è anche fruibile in maniera estremamente veloce grazie a dispositivi facilmente trasportabili come gli smartphone. Radio e televisione sono (erano?) mezzi di comunicazione altrettanto diffusi e capillari, ma non riuscivano a influenzare il comportamento degli esseri umani in maniera così radicalizzata, la società nel suo insieme manteneva comunque una certa dose di grano salis che garantiva anche un buon livello di autonomia intellettuale.
Gli umani oggigiorno tramite il mezzo Internet sembrano essersi trasformati in emeriti imbecilli! Le barriere fra reale e virtuale vanno via via sempre più assottigliandosi, col tempo questa transizione pare stia persino peggiorando. Mi vengono in mente alcuni motivi più o meno tecnici del perchè questo stia succedendo, considerando Internet nella prospettiva di mezzo di comunicazione:
- Mancanza di centralità, impossibile da moderare/controllare/limitare/intercettare e infatti con le dovute tecniche l’informazione diventa anche facile da manipolare (vedasi disinformazione, complottismo, terrapiattismo, fake news, ecc)
- Facilmente fruibile, basso costo
- Estremamente diffuso, capillare
- Connessione ormai praticamente always-ON
- Bi-direzionalità della comunicazione
- Multi-utenza massiva e globale
- Fondamentalmente anonimo, irrintracciabile
- Eccessivamente economico-centrico (non solo inteso con presenza di marketing e pubblicità)
- Assenza della componente fisica, di orari, dei ritmi biologici, completamente astratto dalla realtà oggettiva, immateriale, virtuale
Internet è riuscito a modificare il comportamento sociale delle persone tanto nel virtuale quanto nel reale. É una distrazione continua nella vita quotidiana degli individui e non mi riferisco solo a coloro che, mentre sono seduti sul divano, preferiscono interagire col proprio smartphone piuttosto che con l’essere vivente accanto a loro. Si naviga di sito in sito, di social in social, staccando completamente il cervello, non si pensa, non si ragiona, non si elabora, quello di voler apparire sembra essere l’unico vero scopo strisciante, intrinseco, sottostante, di fondo in ogni singolo bit che transita oggi nell’Internet. Ad esempio anche l’atto di “lasciare un commento” (fondamento della bidirezionalità) oggigiorno viene fatto spesso per attirare l’attenzione, per cercare consenso e ricevere like, magari evidenziando un errore grammaticale in un testo di migliaia di parole o sottolineando un comportamento sbagliato di qualche secondo in un video che dura ore. “La società dei like“, ha titolato qualcuno in un interessante video: sembra (quasi) che il voler essere al centro dell’attenzione sia diventato fondamento stesso della umanità in ogni suo gesto quotidiano.
E se il mezzo di comunicazione stesso, Internet per come si è sviluppato ed evoluto nel tempo, non fosse compatibile con la mente umana? E se il nostro cervello, per operare correttamente, avesse necessariamente bisogno di una interazione sensoriale concreta, fisica, oggettiva, con il mondo reale, o altrimenti inizia a perdere progressivamente la sua funzionalità. Se la natura biologica stessa degli esseri viventi non fosse in grado di accogliere la virtualità, così come avviene in Internet, se non fossismo ancora evolutivamente pronti a questo rito di passaggio dell’astrazione fisica nel virtuale. Non sarebbe meglio limitare oggi Internet ed iniziare a studiare, seriamente e scientificamente, i suoi effetti sul nostro organismo? Almeno limitarne la diffusione di massa capillare, perchè Internet esclusivamente come comunicazione informatica tra dispositivi elettronici non può (si spera!) danneggiarci. Non sarebbe la prima invenzione della razza umana ad essere pericolosa per la nostra stessa esistenza, basti pensare alla scoperta della fissione nucleare, che tutti noi dobbiamo omaggiare, ma che ha portanto indirettamente anche alla creazione delle bombe atomiche 😔